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titolo 2016-07-20 - Gli artisti celebrano il Giubileo della Misericordia con un Festival internazionale

Gli artisti celebrano il loro Giubileo della Misericordia con un festival internazionale dell'arte

Se l’ascolto è la radice della pace, l’arte può diventare una vera e propria missione per ridare speranza all’umanità e al mondo intero. Nasce con questo spirito il “Festival internazionale dell’arte e giubileo degli artisti” nell’Anno Santo della Misericordia.

 

All’Angelus di domenica scorsa 17 Luglio, Papa Francesco, commentando il Vangelo del giorno (Lc. 10, 38-42) su Marta e Maria, ha sottolineato molto l’importanza della parola “ascolto” nella nostra vita di relazione sociale e familiare.

Riferendosi all’ospitalità e all’accoglienza ha detto: “Ricordate bene questa parola: ascoltare! Perché l’ospite va accolto come persona, con la sua storia, il suo cuore ricco di sentimenti e di pensieri, così che possa sentirsi veramente in famiglia. Ma se tu accogli un ospite a casa tua e continui a fare le cose, lo fai sedere lì, muto lui e muto tu, è come se fosse di pietra: l’ospite di pietra. No. L’ospite va ascoltato”.

Ma ha anche aggiunto: “Persino nella propria casa, tra i propri familiari, può capitare di trovare più facilmente servizi e cure di vario genere che ascolto e accoglienza. Oggi siamo talmente presi, con frenesia, da tanti problemi - alcuni dei quali non importanti - che manchiamo della capacità di ascolto. Siamo indaffarati continuamente e così non abbiamo tempo per ascoltare.

E io vorrei domandare a voi, farvi una domanda, ognuno risponda nel proprio cuore: tu, marito, hai tempo per ascoltare tua moglie? E tu, donna, hai tempo per ascoltare tuo marito? Voi genitori, avete tempo, tempo da “perdere”, per ascoltare i vostri figli? o i vostri nonni, gli anziani?”.

E termina il suo discorso con una considerazione profonda, certamente da meditare e fare oggetto di un personale esame di coscienza: “Vi chiedo di imparare ad ascoltare e di dedicarvi più tempo. Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace”.

La pace non è tanto assenza di tensioni o di conflitti, né tanto meno è un quieto vivere: la pace è innanzitutto conoscenza nella Verità, e la conoscenza è sempre frutto di un ascolto profondo ed esigente, umile e coraggioso nello stesso tempo. Chi ascolta l’altro - ed è quindi capace di accoglienza - è una persona che ha saputo e voluto ascoltare prima di tutto sé stessa, liberandosi dai propri condizionamenti, pregiudizi, paure, per poter fare della propria vita un dono.

Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace perché l’ascolto è il presupposto per uscire dal proprio egoismo e narcisismo, che sono la causa primaria di tutte le discordie.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita nell’indice analitico la voce “Ascoltare”, (pagg. 1849-1850 dell’e-book) e rimanda a diversi argomenti quali “Ascoltare Gesù che ci insegna a pregare”, Ascoltare la Parola di Dio”, “Dio ascolta il grido dell’uomo”, “Dio Padre ascolta sempre Gesù”. Nella vita spirituale l’ascolto è la tensione dell’uomo verso Dio, e di Dio verso l’uomo, è il segno della presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, che ci educa a pregare nella speranza. Al n. 2657 (pagg. 1590 dell’e-book) il Catechismo recita: “In modo particolarissimo i salmi, con il loro linguaggio concreto e ricco, ci insegnano a fissare la nostra speranza in Dio: “Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di mie si è chinato, ha dato ascolto al mio grido” (Sal. 40,2).

Ma oggi sappiamo coltivare la speranza? Siamo preparati ad affrontare con speranza il nostro momento storico, così carico di inquietudini e seriamente minacciato da una escalation di violenze e di guerra?

La domanda ci interpella tutti e, oltre alla fede e alla preghiera personali, c’è chi vede nell’arte, oggi come sempre, una forza capace di scuotere le coscienze e sostenere lo spirito nella battaglia della vita. “L’arte aiuta ad elevare la sensibilità propria e altrui, ed a scoprire la bellezza – ha detto Gabriella Bairo Puccetti[1], promotrice del “Festival internazionale dell’arte e giubileo degli artisti”, intervistata di recente -. Ogni uomo dovrebbe sentirsi custode della bellezza.

Nella “Lettera agli artisti”, invitati a partecipare all’evento che si terrà dall’8 all’11 Settembre 2016 con tappe a Perugia (Fuseum - Museo di Brajo Fuso) – Collevalenza (Santuario dell’Amore Misericordioso di Madre Speranza) – Roma (P.zza San Pietro – Angelus di Papa Francesco), si legge: “Il mondo è inquieto…Sconfiggiamo il male che turba la vita dell’uomo! Fortificati dalla gioia del “giubilare insieme”, riconciliati con il buono, il bello, il sano, l’amichevole, il sereno, il pacifico…ci sembrerà di udire la VOCE: “Alzati e cammina! Torneremo ai nostri mondi con l’entusiasmo di chi intraprende la strada esistenziale più bella…e la trasmette”.

L’arte ci prende completamente, spirito e corpo – spiega la Bairo - . Siamo portati a curare noi stessi. La prima estetica è quella su noi stessi ed è importante perché e quella che comunica più direttamente. Prendersi cura di sé è un dovere e dipende dalla sensibilità artistica e spirituale di una persona. Il nostro spirito ha bisogno di essere contenuto in un contenitore piacevole, armonioso, bello.  Non può esistere spiritualità in un contenitore che non sia armonioso. L’uomo è custode della bellezza, non solo gli artisti, tutti gli uomini lo sono, o lo dovrebbero essere. Per poter cogliere la bellezza, occorre la sensibilità spirituale”.

Che significato ha questo FESTIVAL DELL’ARTE E DEL GIUBILEO DEGLI ARTISTI?

Il mio amore per l’arte è diventato tutt’uno con quello spirituale e religioso – spiega ancora la Bairo. Si è acceso in me il desiderio di fare una missione di questo modo di essere e di sentire. Prima di fare una cosa mi chiedo sempre se sono all’altezza di farla e poi se può essere utile agli altri. Anche in questo caso pondo sempre una mèta che deve essere una elevazione spirituale, innanzitutto per me stessa, con la speranza di portare gli altri a godere nello stesso modo. Oggi c’è una enorme ricerca. Ci ubriachiamo con cose e atteggiamenti materialistici, ma in realtà fanno parte del nostro cammino e ricerca verso qualcosa di più importante, che ci coinvolge totalmente. Oggi c’è una esasperazione dei fatti e dei concetti per ottenere un appagamento. Ma abbiamo mai fatto esperienza della soavità? Le cose autenticamente spirituali sono soavi. La soavità è segno di autenticità anche nell’arte, quando sa elevare l’uomo fino al vertice di una bellezza soave, che è riflesso della verità.

 di Stefania Venturino ©



[1] Gabriella Bairo Puccetti vive a Rapallo (GE) - Storica e Critico d’arte – Regista teatrale e cinematografica – Referente per l’Italia del COMAC – Consiglio Mondiale di Arte e Cultura con sede in Messico (Tlaxcala) – Promotrice del Festival internazionale dell’arte e giubileo degli artisti (8-11 Settembre 2016)  nell’Anno Santo della Misericordia (Nell'immagine: Gabriella Bairo Puccetti con la Beata Madre Speranza)

 

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